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Bagnoli: Tra Grandi Eventi e Un Futuro Incerto

Bagnoli: Tra Grandi Eventi e Un Futuro Incerto

Dopo decenni di attesa, promesse disattese e progetti rimasti sulla carta, l’area di Bagnoli a Napoli torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico. Il progetto “Balneolis”, vincitore del concorso internazionale di idee UrbaNAture promosso da Invitalia, propone di trasformare l’ex polo industriale in un’area turistica e culturale. Tuttavia, l’entusiasmo per questa visione si scontra con crescenti dubbi e preoccupazioni sollevati da cittadini e associazioni ambientaliste, soprattutto in vista degli imminenti appuntamenti sportivi come la Louis Vuitton Cup nel 2026 e l’America’s Cup nel 2027.

Il Progetto “Balneolis”: Visioni Green e Reali Criticità
Il cuore del progetto “Balneolis”, ideato dallo studio S.B.Arch Studio Bargone Architetti Associati, prevede una profonda trasformazione paesaggistica dell’ex area Italsider. L’obiettivo è la creazione di un vasto parco urbano di 120 ettari su un totale di 250, suddiviso in tre macro-aree verdi: un parco naturale, un “bosco produttivo” e un parco urbano. L’intenzione è valorizzare la stagionalità della vegetazione, ispirandosi a celebri esempi come i boschi del Vermont o i ciliegi giapponesi.

Uno degli interventi chiave previsti è la rimozione della colmata a mare, la piattaforma in cemento armato costruita per le operazioni portuali della vecchia acciaieria. Claudio Collinvitti, project manager di Invitalia, ha annunciato l’avvio di una gara internazionale per individuare la tecnologia più efficace per la gestione dei sedimenti e il ripristino dell’originaria linea di costa.

Le Voci Critiche dal Territorio: Bonifiche Mancanti e Nuove Infrastrutture
Nonostante le intenzioni di rigenerazione, il progetto solleva significative perplessità. Le associazioni ambientaliste e molti residenti temono che la visione “green” rimanga solo un’illusione.

Una delle denunce più forti, da parte di Gaiola Onlus, riguarda il potenziamento del collettore di scarico dell’impianto di sollevamento reflui di Coroglio, anziché un adeguamento strutturale del depuratore esistente. Si sottolinea come questo impianto continui a riversare in mare ogni genere di rifiuti, inclusi resti animali, con gravi rischi per la salute pubblica e la biodiversità marina. (Fonte: Gaiola Onlus)

A peggiorare il quadro, arriva la conferma che la discussa colmata in cemento non sarà rimossa, ma semplicemente coperta. Ciò significa che i materiali tossici e inquinanti dell’ex Acciaieria Ilva resteranno sigillati sotto strati di calcestruzzo, mantenendo intatta una minaccia ambientale che in passato ha già innescato indagini giudiziarie per disastro ambientale, come nel 2012 quando l’area fu posta sotto sequestro e una tappa delle World Series dell’America’s Cup dovette essere spostata a Napoli a causa della presenza di sostanze tossiche e cancerogene.

Infine, grande perplessità desta l’annuncio dell’imminente costruzione di un porto turistico, in vista degli eventi velistici del 2026 e 2027. Quest’opera sembra contraddire la narrazione di restituzione del litorale ai cittadini, alimentando il timore che le aree costiere vengano sottratte all’uso pubblico a vantaggio di eventi e interessi privati. La rapidità con cui si intende realizzare il porto solleva ulteriori preoccupazioni sull’effettiva possibilità di effettuare bonifiche adeguate dei fondali.

Tempi Strettissimi e Rischio di Deroghe Ambientali
Il sindaco Manfredi, in qualità di commissario straordinario, ha definito Bagnoli la futura “casa della vela”, e il governo sta preparando un decreto per accelerare le procedure. Ma l’interrogativo persiste: sarà tutto regolare?

Le leggi in materia ambientale prevedono che gli interventi su aree contaminate siano preceduti da una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e da una Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Nel caso degli eventi sportivi, tuttavia, si teme l’introduzione di deroghe speciali che potrebbero eludere queste procedure essenziali. Una simile scelta rischierebbe di innescare non solo contenziosi legali e ricorsi, ma anche nuove inchieste da parte della magistratura qualora emergessero rischi concreti per la salute pubblica.

Ciò che preoccupa maggiormente è il carattere temporaneo delle misure previste: non una bonifica effettiva, ma una copertura impermeabile pensata per durare il tempo degli eventi. Dopo decenni di promesse e gestioni commissariali, una nuova soluzione parziale rischia di essere percepita come l’ennesima occasione mancata, un mero intervento cosmetico per salvare l’immagine, senza affrontare realmente le profonde criticità ambientali dell’area.

Conclusione: Il Sogno Incompiuto di Bagnoli
Bagnoli continua a rappresentare un sogno incompiuto, atteso da due generazioni. Il desiderio è quello di poter finalmente camminare su una spiaggia bonificata, respirare aria pulita e passeggiare in un parco che unisca natura, cultura e accessibilità, ma ogni sogno ha bisogno di basi solide. Oggi più che mai, sono necessarie trasparenza, partecipazione e coraggio. Il vento dell’America’s Cup non deve essere solo un’occasione da inseguire per pochi, ma la spinta definitiva verso una Bagnoli nuova, bonificata e finalmente restituita alla sua comunità.

Luigi Miele

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