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IL SINDACO DI SORDOPOLI
La manifestazione di protesta contro la pedonalizzazione del Lungomare. Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli il 4 aprile 2013 portò in piazza migliaia di persone

IL SINDACO DI SORDOPOLI

“Democrazia partecipata”: un termine quasi surreale, per Luigi de Magistris. Giudichi il lettore la gravità di questo episodio di cui il sindaco si è reso protagonista.
Nell’imminenza delle regate World Series dell’America’s Cup, il 26 marzo 2012 con ordinanza sindacale de Magistris chiuse Via Caracciolo e Via Partenope, con la solenne promessa di riaprirle esattamente dopo un mese. Fu la prima grande promessa non mantenuta da de Magistris, che, durante lo svolgimento della manifestazione, coniò il termine “Lungomare Liberato” e affermò che non sarebbe stato mai più riaperto al traffico privato.
Presi dall’esasperazione per un provvedimento autoritario e demenziale, il 9 luglio 2012, un gruppo di cittadini presentò una petizione popolare, con oltre 2.500 firme raccolte casa per casa, ufficio per ufficio, negozio per negozio, che proponeva la riapertura di Via Caracciolo e Via Partenope almeno durante i giorni feriali. Lo Statuto del Comune di Napoli recita all’art. 9: “Istanze e petizioni. Qualora l’istanza o la petizione sia sottoscritta da 500 elettori residenti nel Comune, o da 100 elettori residenti in una singola Municipalità, il Sindaco o il Presidente della Municipalità la assegnano all’organo comunale o della Municipalità competente, che è tenuto a pronunciarsi sulla legittimità e sul merito entro il termine di 60 giorni”.
Dinanzi al silenzio assordante dell’Amministrazione, il 20 novembre 2012 i cittadini protocollarono in Comune una diffida (vedi sotto) ai sensi dell’art. 328 comma 2 CP che recita: “…il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro 30 giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a lire due milioni. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di 30 giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa”. Dunque, entro il 20 dicembre l’Amministrazione aveva il dovere di rispondere alla diffida.
Il suo silenzio è proseguito, per cui il 1° febbraio 2013 cinque cittadini presentarono un esposto alla Procura della Repubblica chiedendo l’apertura di un’indagine.
Dopo circa un anno, e perdurando ancora il silenzio, il Presidente di Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli, Lucio Mauro, ha chiesto alla Consigliera Comunale Simona Molisso la cortesia istituzionale di appurare i motivi di una situazione a dir poco singolare. Ciò che è emerso è inaudito.
Questa la risposta dell’avvocato Simona Molisso, di cui apprezziamo l’impegno e l’interessamento:

Come da Vs richiesta, in data 20.12.13 chiesi conto in Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari della petizione del luglio 2012 contro la pedonalizzazione di Via Caracciolo.
Quest’oggi nel corso della conferenza mi è stata data risposta e fornita la documentazione.
Si tratta di una lettera del Sindaco al Presidente Pasquino con la quale egli semplicemente comunica di rigettare la petizione in quanto non accoglibile, stante, a suo dire, la positiva sperimentazione del provvedimento durante l’american’s cup ed il positivo indirizzo del consiglio comunale.
Ciò detto, da un punto di vista tecnico si pongono due questioni: 1) il sindaco ha ritenuto di non dover assegnare ad altro organo comunale l’esame della petizione avocando a se la competenza a deciderla 2) la decisione sindacale di “non accoglibilitá” è stata comunicata al Presidente del Consiglio Comunale senza apparentemente alcuna forma di pubblicitá.
Per quanto ci riguarda io di seguito ti inoltro la missiva in discorso, ritenendo che la Vs associazione abbia diritto alla partecipazione al procedimento e quindi a conoscere l’esito dello stesso che allo stato è rappresentato dalla lettera del Sindaco.
Sul piano politico, non serve che ti dica quanto la cosa mi pare inaccettabile: non trovo assolutamente corretto da parte del sindaco sottrarsi al confronto con i cittadini, altro che partecipazione…

Più sotto, vi proponiamo la stupefacente lettera di de Magistris a Pasquino. Vale la pena di leggerla per comprendere fino in fondo la psicologia contorta di un uomo afflitto dal delirio di onnipotenza, che si assume in proprio responsabilità che, come da Statuto, competono al Consiglio Comunale. Ma non va taciuto il comportamento anomalo dello stesso Presidente Pasquino, genuflesso davanti ad una specie d’imposizione che riflette una forma di eccesso di potere e che compromette anche la sua posizione. Va ricordato che l’Amministrazione aveva il dovere, sancito dal suo Statuto, di rispondere ai diretti interessati anziché tenere accuratamente insabbiata la petizione.
Perché, sia chiaro, la nostra denuncia non si ferma qui. Intendiamo portare avanti le nostre istanze alla Procura della Repubblica, che avrà il compito di chiarire se esistano violazioni del Codice Penale, e da parte di chi.
Vi terremo informati.

Questa la diffida protocollata il 20 novembre 2012

Questa la diffida protocollata il 20 novembre 2012

 

La lettera di de Magistris a Pasquino

La lettera di de Magistris a Pasquino

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Un commento

  1. Andiamo fino in fondo. E cerchiamo di contrastare con tutti i mezzi leciti questi comportamenti impropri del nostro (?) sindaco.

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