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L’ANNO NUOVO DI DE MAGISTRIS
Il sindaco Luigi de Magistris

L’ANNO NUOVO DI DE MAGISTRIS

Non si può certo affermare che il 2013 si sia chiuso per Luigi de Magistris nel migliore dei modi; né che meglio sia iniziato il 2014. Ma andiamo con ordine.
Ai primi di dicembre, il Soprintendente Cozzolino si oppone all’idea del sindaco di un concerto in Piazza Plebiscito per San Silvestro. Il 6 dicembre de Magistris ribatte che allora monterà una serie di discoteche sul lungomare, da Largo Sermoneta fino al Molosiglio, chiudendo al traffico l’intera Via Caracciolo. Ma il 9 dicembre Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli presenta tempestivamente una diffida al Comune, al Prefetto e alla Protezione Civile, stigmatizzando l’ipotesi di isolare la collina di Posillipo dal resto della città, impedendo l’eventuale accesso di soccorsi in caso di incidenti. E il 16 dicembre il Comune fa marcia indietro, e stabilisce che Via Caracciolo rimarrà aperta anche il 31 dicembre. E nessuna discoteca verrà messa a Largo Sermoneta.
Il 27 dicembre de Magistris tira fuori la strabiliante novità di 2014 lanterne cinesi lanciate da Piazza Plebiscito da 4028 cittadini comuni, senza tenere in alcun conto la selva di divieti già istituiti in moltissimi comuni italiani né l’art. 57 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Immediatamente, Cittadinanza ribatte con una seconda diffida, questa volta inviata alla Procura della Repubblica, al Questore, al Prefetto e naturalmente al Comune, con cui fa presente l’estrema pericolosità di una simile iniziativa per la pubblica incolumità, messa a repentaglio dalla possibilità di incendi. Il sindaco non demorde, ma almeno sposta l’evento alla rotonda Diaz, abbandonando Piazza Plebiscito. La fortuna lo aiuta perché, la notte del 31 dicembre, il vento che si alza spira da terra e dunque spinge le lanterne sul mare, ma l’iniziativa ha un successo decisamente inferiore alle attese, come attesta finanche il TG Campania alle 14 di Capodanno che la definisce un flop (clicca qui per vedere il servizio del TG Campania, minuto 2’00”).
Entusiastici i commenti sulla partecipazione della folla agli spettacoli. Parlano di oltre 500.000 presenze e tutta la stampa, che non si cura di approfondire la notizia ma si limita a definirle “secondo la valutazione del Comune”, riprende indistintamente il numero come oro colato. Tuttavia, non è solo la valutazione visiva che smentisce la cifra, ad occhio già decisamente inferiore a quella del Capodanno 2013 (e Via Caracciolo era interamente chiusa al traffico); ma un attento esame delle riprese fotografiche sancisce l’assurdità e l’impossibilità fisica del numero, e riduce orientativamente la partecipazione a un decimo, cioè 50-60.000 presenze.
Le lamentele di chi non ha potuto raggiungere il lungomare sono un fiume in piena. Moltissime zone della città, in particolare quelle occidentali, sono rimaste abbandonate dai trasporti pubblici, che hanno interrotto il servizio alle 20. Naturalmente, il Comune non è stato in grado di supplire alle carenze del trasporto di competenza regionale assicurando almeno trasporti straordinari. Se si escludono la linea 1 e le funicolari vomeresi, i cittadini sono rimasti in balia di loro stessi e, per i “fortunati” dotati di autovettura, dei parcheggiatori abusivi che hanno imperversato su ogni metro quadrato disponibile in tutte le strade adiacenti a Via Caracciolo e Via Partenope.
Il giorno di Capodanno un operatore turistico, potenzialmente non certo “vicino” a de Magistris, gli spara addosso a palle incatenate, scrivendo con un tono inferocito nel gruppo Facebook Ufficio Stampa di essere andato praticamente in rovina dopo aver speso 230.000 euro per l’organizzazione del Capodanno 2013 senza avere nemmeno un ringraziamento dal sindaco. Tuttavia, non aggiunge spiegazioni alla vicenda, lasciandole alla libera interpretazione di chi legge. Ora va detto che di per sé sarebbe strano se un mecenate spendesse una cifra così consistente solo per amore della propria città; ma che la spenda una persona più o meno comune solo per ricevere un grazie dal sindaco della sua città, è francamente fuori di ogni logica. Sarebbe il caso che o l’operatore turistico o il sindaco in persona chiarissero se si è trattato di qualcosa che va molto al di là della semplice generosità, ovvero ad esempio qualche promessa che, come è consuetudine caratteriale di de Magistris, non è stata mantenuta.
Il 2 gennaio Tino Santangelo, noto e stimato professionista napoletano ma, soprattutto, ex vicesindaco durante l’Amministrazione Jervolino, spara un’altra cannonata sul Corriere del Mezzogiorno, rispondendo stizzito a un’intervista di fuoco di de Magistris. L’intero articolo è ripostato in calce.
Per completare l’initium horribile di de Magistris, oggi Riccardo Realfonzo spara l’ennesima bordata contro de Magistris, dichiarando di aver registrato l’ultimo colloquio con il sindaco (durante il quale fu sollevato dal ruolo di assessore) e di aver consegnato la registrazione agli inquirenti. Inutile citare il commento piccato del sindaco, come se lui non fosse sempre stato un fautore delle intercettazioni, autorizzate e non.
Concludo questo esame con le voci insistenti che danno per probabile l’appoggio del PD alla giunta de Magistris. E’ evidente l’interesse che il maggior partito nazionale nutre verso le città metropolitane, puntando l’attenzione sul fiume di miliardi di euro in arrivo da Bruxelles, che fanno gola. Ma questa non può essere una giustificazione per una così repentina inversione di rotta in favore di un sindaco che ha disprezzato in ogni momento il futuro, possibile interlocutore, privilegiato solo perché gli salverebbe una poltrona ormai sempre più in bilico. Il PD non può ignorare che il salvataggio di quella che è quasi unanimemente ritenuta la peggiore amministrazione della storia di Napoli, sommersa peraltro da indagini giudiziarie, potrebbe significare il tracollo elettorale del partito.
Il futuro di de Magistris e di questa sventurata città si deciderà nei prossimi giorni.

L'articolo di Santangelo sul Cormez, prima parte

L’articolo di Santangelo sul Cormez, prima parte

 

Seconda parte

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Un commento

  1. In effetti il dialogo tra De Magistris e Renzi sembra avviarsi. L’interesse del PD pare rivolto, oltre che verso la nuova area metropolitana che il sindaco di Napoli amministrerà per qualche anno, anche a far emergere una nuova leadership sul territorio in vista delle prossime elezioni. Francesco Nicodemo, giovane napoletano vicino a Renzi, mira infatti ad acquisire un ruolo da “padrino” della città. Fissando per il sindaco il programma di governo da seguire per far riemergere la città dagli acquitrini in cui sta affondando. Se la cosa andrà in porto, metterà una seria ipoteca sulla prossima elezione a sindaco (metropolitano?) di Napoli.
    I dubbi sulla riuscita di questo disegno vengono da due direzioni. In primis dal sindaco, che difficilmente riuscirà a reggere il ruolo di “somarello condotto per mano”, che Nicodemo intende affidargli. Ma forse la necessità di uno sbocco successivo alla scadenza del mandato riuscirà a tenere sui binari il riluttante Gioggino. L’altro problema è il PD locale. Che aspira ad un accesso organico in giunta per partecipare a pieno al sottogoverno locale. Cosa che potrebbe creare qualche intralcio a Nicodemo, che dovrà saper usare con maestria bastone e carota per non farsi sopraffare.
    Comunque, la prima fase parte dall’elaborazione di punti di programma per risollevare la città.
    Cittadinanza attiva dovrebbe riflettere su se e come far sentire la propria voce perché la cosa non voli sopra la testa dei cittadini.

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